Come funziona e come scegliere un disco rigido • Techprincess

Il disco rigido, anche noto come hard disk o HDD, è da anni un componente fondamentale per immagazzinare dati di laptop, computer fissi e console. Se da una parte è vero che il loro uso all’interno dei PC sta lentamente diminuendo a favore delle SSD, dall’altra rimangono ancora una tecnologia diffusissima-e molto economica. Ma come funzionano? E come scegliere il disco rigido adatto alle vostre necessità?

Come funziona un disco rigido

Alla base di un HDD (dall’inglese hard disk drive) c’è un disco rivestito di un materiale ferromagnetico. I vari punti della superficie possono essere magnetizzati in modo da rappresentare gli 0 e gli 1 dei bit d’informazione. A scrivere e a leggere questi bit è una testina, simile al braccio di una giradischi, che può raggiungere qualunque punto della superficie sia muovendosi su e già che grazie alla rotazione del disco.

La densità dei “puntini magnetici” e l’ampiezza e il numero dei dischi determinano la capienza dell’HDD. Data la maturità della tecnologia, i dischi hanno ormai raggiunto capacità elevatissime (anche diversi Terabyte) a costi tutto sommato modesti.

Velocità e prestazioni

Un altro discorso riguarda invece le prestazioni. I principali parametri in questo caso sono due: il tempo di accesso (ovvero quanto tempo ci mette in media l’HDD a reperire un dato) e la velocità di trasferimento (ovvero il flusso di dati che ci si può attendere in uscita o in entrata). Questi valori non sono spesso però esplicitati, e bisogna quindi fare affidamento su un altra caratteristica, ovvero il numero di rotazioni al minuto (RPM). La velocità a cui gira il disco è infatti legata al tempo impiegato dalla testina per raggiungere un particolare dato, e quindi alla velocità di lettura e scrittura.

Anche alte velocità di rotazione, però, le prestazioni di un disco rigido possono peggiorare drasticamente man mano che si usa. Questo, più che dall’usura dell’HDD (comunque presente, dato che parliamo di un dispositivo meccanico), è dovuto al fenomeno della frammentazione. Man mano che la memoria viene riempita, infatti, diventa più difficile recuperare i singoli file, i puoi pezzi possono essere stati salvati in punti diversi del disco. Si può ovviare a questo problema con una deframmentazione periodica, che “riordina” i dati in modo che tutti quelli appartenenti ad uno stesso file siano contigui tra di loro.

Non abbastanza veloci

Altri fattori che influiscono sulle performance sono la cache e l’interfaccia. La prima è una piccola memoria a stato solido (quindi analoga alle SSD e alle pennette USB) grande diversi MB e dove sono salvati gli ultimi dati letti o scritti, in modo da accedervi più rapidamente se necessario. Più è grande questa cache, più alte sono le prestazioni, soprattutto quando si sta lavorando ripetutamente con gli stessi dati.

Il secondo fattore, l’interfaccia, è in realtà poco influente sia per i dischi esterni (che usano il cavo USB) che per le memorie interne (che usano la connessione SATA), visto che la velocità di trasferimento del disco è più bassa di quella possibile con questi standard. Il discorso cambia per i NAS e i server dove si utilizzano degli hard disk in modalità RAID, visto che i dati possono essere salvati in maniera trasversale tra più dischi ed è possibile utilizzare la velocità combinata dei HDD.

Come scegliere un disco rigido in base all’utilizzo

Disco interno per computer, Xbox One e PlayStation 4

Le console dell’attuale generazione e i computer più economici o più vecchi sono già dotati di un loro hard disk interno per il sistema operativo, i giochi e i file. Potrebbe quindi sembrare naturale l’idea, quando ci si ritrova con poco spazio rimasto, di aggiornare il proprio computer con un nuovo disco rigido più capiente e più veloce.

Il nostro consiglio, però, è di non farlo. Nonostante rimangano ancora più economici, il ruolo dei dischi rigidi come elementi di memoria principale sta giustamente venendo preso dalle SSD, che offrono prestazioni irraggiungibili in termini di velocità. Il nostro consiglio è quindi quello di scegliere piuttosto una SSD nuova, anche meno capiente, ed usare il vecchio disco rigido come memoria secondaria interna (nei PC fissi e nei portatili con lo spazio adibito) o esterna (utilizzando l’adattatore apposito).

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Disco esterno per computer, Xbox One e PlayStation 4

Se l’uso di un disco rigido interno è ormai da escludere, la storia è diversa per quanto riguarda i dischi esterni. In questo caso, infatti, la velocità di trasferimento dati, per quanto importante, è meno critica della possibilità di avere tanta capacità ad un prezzo molto contenuto.

La scelta per questi dispositivi presenta poche sfide a livello di confronto. La maggior parte dei dischi possiede l’interfaccia USB 3.0, ma comunque la velocità di trasferimento sarà lungi dal raggiungere i 5Gbps possibili con questo standard. È inoltre abbastanza standard la velocità di rotazione di 5400 rpm, appianando eventuali differenze tra i modelli.

In generale affidandovi a produttori fidati come Toshiba, Western Digital e Seagate non dovrete fare altro che scegliere il disco della capacità desiderata in quel momento più economico. Questo vale anche per l’utilizzo con le console, ma, come spesso accade, i produttori hanno creato anche delle versioni dedicate. Queste costano ovviamente un po’ di più e non hanno particolari vantaggi tecnici, se non che sono state esplicitamente testate con quei sistemi (e offrono 2 mesi di Xbox Game Pass per le versioni Xbox).

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Dischi rigidi per NAS e server

L’ultimo settore, dove i dischi rigidi sono ancora imprescindibili, è quello dell’archiviazione su NAS e server. Ancora più che nei casi precedenti la capacità quindi conta moltissimo, ma è importante anche, visto l’uso professionale, che i dischi siano stati progettati in modo da durare a lungo e senza troppi errori.

Rispetto ai prodotti consumer, dove i dischi sono tipicamente da 2.5″, gli HDD in questione sono più grandi (3.5″) e c’è molta più scelta in termini di RPM e cache. In entrambi i casi, è meglio scegliere un disco con un valore più alto.

Diventa anche importante il supporto a livello di firmware (il software proprietario che fa funzionare il prodotto) di tecnologie come il RAID e sensori di monitoraggio delle vibrazioni.

In ogni caso vi rimandiamo alla nostra guida sulle differenza tra una soluzione NAS e un semplice HDD esterno.

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